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ARTE DELLESTREMO ORIENTE Per arte dellEstremo Oriente si intende la produzione di manufatti di quella zona dellAsia che comprende Cina, Corea e Giappone. La strepitosa vicenda artistica e
culturale di questi paesi è ancora in larga parte ignota
al pubblico occidentale anche se di recente si assiste ad
un aumento dellinteresse del pubblico per larte
orientale in seguito a diversi fattori: La parte del leone in questa area la fa indubbiamente la Cina la quale ha dato inizio al proprio percorso artistico in epoca preistorica ed ha dato vita ad una cultura raffinatissima che almeno fino a prima del Risorgimento era superiore a quella occidentale non solo dal punto di vista artistico ma anche dal punto di vista tecnologico. Non è un caso che lungo la Via della Seta prima e le navi poi, in Occidente siano sempre arrivati prodotti e oggetti darte che da noi non erano possibile produrre: seta, tè, ceramiche e lacche sopra ogni cosa. Il Giappone, pur avendo sempre tratto ispirazione dallarte cinese che veniva considerata un esempio, ha saputo interpretarla con tale originalità e maestria da superare spesso i maestri cinesi e comunque a sviluppare uno stile proprio. Lessenzialità dellarte giapponese e la passione per lasimmetria sono concetti artistici che hanno fortemente influenzato e ancora continuano ad influenzare larte moderna europea ed il design. La Corea, di gran lunga la regione la cui storia artistica è stata meno studiata, oltre a fare da ponte per il Giappone delle arti cinesi, ha saputo distinguersi soprattutto nelle insuperate ceramiche celadon. Nella comprensione della pittura le difficoltà insorgono particolarmente per via della sua natura non specifica, e per il fatto che la pittura orientale è rivolta, assai più di quella occidentale, al fornire una chiave di lettura agli stati danimo e ai sentimenti. Parimenti la pittura è rivolta a svelare particolari aspetti di una realtà profondamente soggettiva che tanto lartista quanto losservatore sono virtualmente incapaci di esprimere a parole. Il fatto poi che il percorso artistico di un pittore ha unevoluzione lentissima e magicamente rituale conferisce tanto al pittore quanto al calligrafo unaura remota e spirituale, che richiede allosservatore un pari atteggiamento di calma interiore, di contemplatività e di rispetto. Minori difficoltà si presentano nellapprendimento e nella comprensione delle maggior parte delle altre discipline, laddove i problemi tecnici presentati dai mezzi e dai materiali sono comuni agli stessi utilizzati in gran parte della terra. Tra questi mi sovviene ununica eccezione, costituita dalle lacche, un tipico prodotto di queste aree, che spinse gli artigiani a esprimersi con motivi del tutto particolari e portò allintroduzione di tutta una varietà di materiali e tecniche peculiari e unici di questo mezzo. Mentre le tecniche utilizzate nella lavorazione delle lacche in una regione avrebbe potuto essere, come furono, utilizzate anche nelle altre, ciascuna delle tre regioni venne sviluppando un proprio stile specifico. In Cina, ad esempio, si diffuse più di ogni altra la tecnica dellincisione, anche se il suo sviluppo fu relativamente tardo. Persino luso di intarsi in madreperla, nel quale i Cinesi erano straordinariamente abili, occupava presso di loro il secondo posto, mentre i coreani svilupparono tali tecniche di intarsio in modo considerevole nel periodo Koryo. I Cinesi erano perfettamente a conoscenza del significato dei termini giapponesi maki-e e takamaki-e e di tanto in tanto fecero ricorso a queste tecniche ma furono i Giapponesi a portarle al massimo della perfezione talché sono immediatamente riconoscibili come lespressione unica del carattere del Giappone veramente stupefacente per laffinamento tecnico e per loriginalità del disegno. Si è generalmente propensi ad associare la stampa con matrici di legno in modo particolare al Giappone, cosa abbastanza ovvia dal momento che la produzione, iniziata con una certa continuità solo nel tardo diciassettesimo secolo, ivi raggiunse dimensioni maggiori che in Cina, ove peraltro ne venne messa a punta la tecnica. Le stampe giapponesi tuttavia raggiunsero la massima perfezione solo agli inizi del diciannovesimo secolo, ad opera di maestri quali Hokusai, Hiroshige, Utamaro e Kuniyoshi, quando a seguito dellapertura del Giappone verso lOccidente cominciarono ad affluire in Europa quelle stampe che meravigliavano per la varietà dei colori e per le sfumature dei toni. E questepoca che risale il japonisme, la forte influenza che larte giapponese ebbe su molti artisti del tempo, Van Gogh per primo. Mentre nei tempi antichi i Cinesi primeggiavano nella lavorazione del bronzo, la maestria e la qualità dei loro prodotti venne meno in tempi meno remoti, venendo superati tanto dai Giapponesi quanto dai Coreani, dai primi soprattutto durante il periodo Edo, quando gli artigiani del settore rivolsero le loro capacità creative verso la decorazione piuttosto che verso la produzione di equipaggiamenti funzionali per i guerrieri samurai. Con la loro abilità tecnica e la loro originalissima sensibilità per il disegno, che era veramente raffinato, produssero oggetti la cui bellezza e perfezione non venne mai eguagliata dai contemporanei Cinesi. Per i Cinesi però il mezzo privilegiato al quale hanno sempre dato un ruolo di rilevo è la ceramica. Non è un caso che in inglese la parola china significhi ceramica. Naturalmente mentre la terracotta fu la prima a trovare impiego, non tardò ad espandersi il potenziale rappresentato dalla ceramica, e già verso la fine del terzo secolo dopo Cristo costituì una produzione alquanto apprezzata. I forni usati già ai tempi dei Tang, nellottavo e nel sono secolo, erano altamente perfezionati, al punto da rendere possibile il raggiungimento di temperature dellordine dei 1300°C indispensabili per la produzione della porcellana bianca dalta qualità di quel periodo. Da quel tempo in poi linteresse si accentrò sulle lavorazioni ad alta temperatura, qualunque fosse il colore del corpo e dellinvetriatura. La materia trattata con una delicata invetriatura verde, comunemente detta celadon, venne molto ricercata, non solo dai Cinesi ma anche dagli stranieri, più resistente e di miglior qualità di tutto il resto della produzione contemporanea, e di conseguenza venne diffusamente esportata, trovando una considerevole risonanza nella produzione sia coreana che giapponese.
Larte vetraria inizialmente appresa dai Cinesi, venne in seguito accantonata, per riemergere sporadicamente nel tempo, generalmente in seguito ai contatti con popolazioni dellAsia occidentale. Fu solo nel diciottesimo secolo che i Cinesi la svilupparono in ogni genere di forma artistica, i migliori esemplari delle quali spesso risultarono quelli di tipo a più strati su un colore forte di fondo del corpo principale del vaso, che veniva poi ricoperto con uno strato bianco opaco a sua volta intagliato fino al corpo principale con una grande ricchezza e varietà di motivi ornamentali. Alcuni tipi erano pure intagliati e incisi in vetro a tinta unita, come pure dorati. Il problema di
una precisa definizione delle tre culture risulta di
facile soluzione per la scultura buddista, che raggiunse
un considerevole livello di maturità artistica dapprima
nella Cina del tardo sesto secolo, al tempo in cui
Coreani e Giapponesi iniziarono la loro conversione a
questa religione dorigine indiana. Durante la
dinastia Tang le sculture buddiste cinesi avevano ben
poco a che spartire con larte indiana, anche se,
ovviamente, liconografia indiana era diffusamente
invalsa. Le figure in bronzo dorato, e soprattutto quelle
piccole usate sugli altari domestici tanto in Cina che in
Corea, non sono sempre facili da distinguere a prima
vista. Le statue in pietra presentano meno problemi, così
come quelle lignee di maggiori dimensioni. La grande
persecuzione di cui venne fatto oggetto il Buddismo in
Cina nell845 d.C. ebbe come risultato che dallora
in poi il meglio della scultura buddista si sviluppò in
Giappone, dove sopravvisse lo stile Tang, così adottato
nel settimo e nellottavo secolo. Naturalmente col
passare del tempo si fece sempre più elaborato e
decorativo allontanandosi lentamente dallo stile dei
primi secoli quando le distinzioni erano spesso assai
poco evidenti. Per quanto concerne i tessuti, siano essi lavorati a telaio o a ricamo, tali problemi si presentano abbastanza raramente, sia per ragioni tecniche sia per le considerevoli differenze nei concetti decorativi sotto il profilo tecnico i Cinesi, almeno in principio, furono di gran lunga i più progrediti. Ai tempi degli Han non solo erano già in grado di produrre tipi di tessitura molto complessi, ma altresì di realizzare sete policrome estremamente complicate a cinque o sette colori e con iscrizioni inserite nel disegno. Furono proprio i Cinesi a sviluppare ad un livello eccezionale la tecnica di tappezzerie in seta, originaria dellAsia centrale intorno al sesto secolo e quindi diffusa alle regioni circostanti. Erano altresì alquanto diffusi tessuti in canape e cotone, realizzati con una grande quantità di tecniche, tra le quali molto comuni lannodatura e la tintura, alle quali i Giapponesi aggiunsero luso delle tinture a riserva. Pare che loro sia sempre stato tenuto in grande considerazione e utilizzato in vesti e drappeggi riservati allaristocrazia e agli imperatori, così come rientrava nelle tradizioni artigianali dei più ricchi e potenti ordini monastici. In Cina, ed ancor più in Giappone, il clero spesso fungeva da intermediario nelle grandi operazioni finanziarie. A tal proposito è bene mettere in risalto il fatto che in Oriente gli ordini religiosi ebbero un ruolo vitale nella diffusione delle materie prime che delle idee non solo della regione ove avevano sede, ma in tutto il territorio geografico che gravitata sulla loro zona. Gli stretti legami artistici intercorrenti tra la Cina, il Giappone e la Corea in relazione alle tecniche, alle forme decorative e agli stili utilizzati sono dovuti almeno tanto alla religione comune quanto alla capacità e allenergia dei mercanti, che avevano tutto linteresse a far conoscere al di fuori dei confini dei propri paesi i prodotti delle loro attività artistiche. Roberto Cornacchia |
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